I SUOI RAPPORTI CON LA CITTÀ E LE ISTITUZIONI

L’eccezionalità del suo vivere attirò l’attenzione e la devozione del popolo, ivi inclusa la classe dirigente della città di cui faceva parte la famiglia dei Baglioni in lotta con gli Oddi. Colomba si configura come la Santa della città, in specie nella grave epidemia di peste del 1494.

Il suo essere “santa viva”, l’eccezionalità del suo vivere le attirò l’attenzione e la devozione del popolo che la teneva in alta considerazione e proprio per la grande stima che riscuoteva in Perugia, poté esercitare un eccezionale influsso pacificatore nelle lotte politiche che in quel tempo affliggevano la città sotto il governo dei Baglioni. Infatti quando la giovane reatina si affacciò per la prima volta a Perugia, conobbe una città che stava vivendo un vero e proprio clima di guerra civile; le lotte intestine tra le due fazioni degli Oddi e dei Baglioni portavano ad uccisioni, ruberie, risse tra l’una e l’altra parte creando un clima di odio e di anarchia in città. I cronisti del tempo – non solo il Maturanzio – commentavano così questo stato di fatto «qui non se conosce più ragione né giustizia» oppure «ogni dì va la cosa de male in peggio» e seguitava «el mal vivere, e sempre la notte se sta in arme e de continuo li spadaccini e omene de mal sorte van con l’arme per piazza e per tutta la città». Il popolo, le magistrature comunali, la famiglia Baglioni che riuscì a cacciare gli Oddi dalla città, ricercarono la protezione di Colomba nei momenti di difficoltà. Nel 1494 una grave epidemia di peste si abbatté sulla città e suor Colomba si prodigò nella cura e nell’assistenza degli ammalati, ammalandosi lei stessa; fu lei l’ispiratrice del gonfalone che tuttora si ammira nella chiesa di San Domenico.